Raffinata Villa aristocratica, in passato centro di attività economiche
ma anche luogo dove i Sagredo trascorrevano giorni felici con i loro ospiti.
Villa Sagredo si trova a Vigonovo, uno dei Comuni veneziani della Riviera del Brenta, conosciuta nel mondo perché immortalata da architetti come Andrea Palladio, Vincenzo Scamozzi, Gerolamo Frigimelica, Giuseppe Jappelli o da pittori come i Tiepolo, Gaspare Diziani, Gian Battista Zelotti. Anche grandi incisori come Volkamer, Costa, Coronelli e pittori come Canaletto, disegnatori come Giovanni Grevembroch hanno lasciato un segno del loro genio. Tutti questi artisti erano chiamati a rappresentare, decorare, impreziosire le nobili tenute degli aristocratici veneziani,
disseminate nel tratto di fiume tra Padova e Venezia, percorso da chiatte e burchielli tirati da cavalli. Il prestigio dei casati e del loro cursus honorum andava di pari passo col prestigio delle abitazioni lungo il Brenta che non possono essere considerate solo “case di campagna” ma nobili residenze, all’inizio caratterizzate da casa padronale e rustici, poi divenute Ville e foresterie, per ospitare personaggi illustri. Carlo Goldoni, il famoso commediografo, ha ambientato molte commedie in queste Ville sul tema delle “Gioie della villeggiatura”.
I nobili Sagredo
La storia veneziana ci tramanda notizie sulle origini, sul massimo splendore e sulla estinzione del ramo principale della nobile famiglia Sagredo, ma come spesso succede ci sono date e fatti contrastanti. Sicuramente arrivarono in Laguna da Salonicco o da Sebenico, terre controllate da Venezia attraverso i commerci, tra il V e il X secolo. Il cognome dei Sagredo deriva dalla volgarizzazione di “segreto”: alcune cronache riportano che avessero origine romana, che fossero stati consiglieri di alti personaggi, se non addirittura di un imperatore e che fossero stati nominati governatori della Dalmazia, avendo assediato e riportato la città di Sebenico sotto la dominazione veneziana, dopo averla di nuovo evangelizzata.
Di certo c’è che nel 1297 vennero inclusi nella Serrata del Maggior Consiglio, cioè nell’elenco delle famiglie nobili che nei quattro anni precedenti alla data avevano avuto incarichi politici di prestigio dalla Serenissima. Sicuramente erano tra le famiglie aristocratiche più ricche, fatto testimoniato dalle numerose e prestigiose residenze in Venezia e in terraferma e dalle alleanze realizzate attraverso i matrimoni con nobili casati veneziani tra i quali i Tiepolo, i Foscarini, i Corner,Grimani, Giustinian Lolin, Barbarigo, Pisani,Valmarana.
Raggiunsero l’apice della loro fortuna tra il ‘500 e il ‘700 distinguendosi perché diedero alla Repubblica un filosofo, Gianfrancesco Sagredo (1571 – 1620) con il quale Galileo Galilei intrattenne una ricca corrispondenza tra il 1599 e il 1619 e uno dei tre protagonisti del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”;Zaccaria Sagredo (Venezia, 1653 – 1729), figlio di Stefano e Vienna Foscarini, si distinse come collezionista di opere d’arte; Nicolò Sagredo, figlio di Zaccaria (1606 – 1676 )fu Doge; Giovanni Sagredo (1616 – 1691), fu Ambasciatore veneziano presso la corte di Luigi XIV, spuntando un appoggio notevole nella guerra che Venezia condusse contro Creta. In tale occasione, Giovanni potè godere di un’importante concessione, al suo stemma aggiunse infatti i gigli francesi. Dimostrò acutezza politica anche durante una missione presso la Corona inglese rinnovando un trattato d’amicizia tra Venezia e l’Inghilterra e nel 1655 fu eletto da Oliviero Cromwell Procuratore. Alvise Sagredo (1617 – 1688), fu Patriarca di Venezia dal 1678 alla sua morte;Cecilia Sagredo, clavicembalista, nata nel 1711 incontrò Wolfgang Amadeus Mozart che parla di lei in una lettera al padre. A Marina Sagredo, che sposò un Pisani, donna famosa per la libertà e l’indipendenza di pensiero e costumi, Carlo Goldoni nel 1700 dedicò la commedia “La Sposa Virtuosa” e per lei e la famiglia Sagredo,Pietro Longhi dipinse ritratti e scene di vita quotidiana.
L’ultimo dei Sagredo e la Villa oggi
Agostino Sagredo
Giovanni Gerardo fu padre di Caterina e di Agostino Sagredo (1798 – 1871) col quale arriviamo quasi ai nostri giorni, infatti questo politico italiano, senatore del Regno, visse lungamente, per quasi tutto il XIX secolo in Villa Sagredo a Vigonovo. Con la sua morte si estinse il ramo diretto, ma la sorella Caterina, moglie del conte Ippolito Malaguzzi Valeri di Reggio Emilia e madre di Eleonora, sposò Giuseppe Manodori, patrizio di Reggio. Agostino é sepolto nell’Oratorio di Villa Sagredo a Vigonovo, lo stemma della sua famiglia campeggia sulla parete di fronte all’altare, con il “cavallino” dei Sagredo che spunta dall’apice sinistro dello scudo e con i gigli francesi, sottolineato da un Uroboro, cioè un tondo formato da un serpente che si morde la coda, che si ricrea in eterno, un simbolo di continuità e della natura ciclica e eterna di tutte le cose.
Villa Sagredo e la famiglia Bano
Dopo il naturale decadimento della Villa a seguito della morte di Agostino e dopo diverse traversie, si giunge all’attuale proprietà Bano: grazie agli interventi strutturali e alla sistemazione del verde, dal 1970 ad oggi, voluti dall’agronomo Roberto, questo complesso e il parco naturalistico di complessivi 40.000 mq hanno riacquistato l’antico fascino. La famiglia Bano aprendo la Villa a ricevimenti e eventi, non solo ha salvato la Villa dal degrado inesorabile del tempo, ma ha permesso a istituzioni e privati, di godere della bellezza di questa tipica Villa Veneta. Villa ma anche “casa” perché, entrando in Villa Sagredo si apprezza la dimensione dalla struttura che accoglie ma non sovrasta dove si apprezza il significato di storia e tradizione che non è come disse il grande musicista Gustav Malher, custodia delle ceneri, ma della vivacità della vita.